L'eremo di San Girolamo è ubicato nell'omonima piazza, in quella che è la piazzetta centrale del comune di Ischia, proprio all'angolo del crocevia tra Corso Vittoria Colonna e Via Edgardo Cortese. Si tratta di una chiesetta, con convento, del XIV secolo che ha mantenuto il nome originario, nonostante, attualmente del Centro Eucaristico delle Suore Figlie della Chiesa, sia invece dedicata alla Madonna della Pace.
In realtà è definibile cappella, e venne edificata appena dopo l'ultima eruzione vulcanica verificatasi sull'isola d'Ischia. Correva l'anno 1301: un'esplosione fece aprire nella zona di Fiaiano, dove precedentemente c'era una solfatara, il cratere dell'Arso, dal quale si generò una colata di lava che, larga duecento metri, arrivò fino al mare, rasentando Piazza San Girolamo. Ed è qui che venne costruita la cappella, che solo nel 1543 venne affidata ai frati del convento di Santa Maria della Scala. La struttura, comprensiva di cappella e convento, è quindi stata un eremo fino alla fine del XIX secolo, quando fu interessata da alcuni rifacimenti esterni, ispirati ai modelli stilistici della classicità. Di rimaneggiamenti ne vennero realizzati anche intorno al 1950, più che altro legati allo sviluppo edilizio circostante. Ma, come accennato, già dalla fine del 1800 il ripopolamento della zona non consentiva più la vita eremitica a coloro che sceglievano per motivi religiosi luoghi remoti o deserti per la contemplazione, la penitenza e la preghiera.
Sulla facciata esterna è visibile una lapide che commemora i 400 anni del matrimonio di Vittoria Colonna e di Ferrante D'Avalos, affissa nel 1909. Il testo, dell'allora vescovo Monsignor Mario Palladino, recita così:
Ischia
custode delle sue glorie
in questo marmo ricorda
il quarto nuziale centenario
di Vittoria Colonna
che tolta qui sposa
sull'antico Castello
da Ferrante d'Avalos
l'anno 1509
nel cuore di un prode
armonizzò la canzone
degna del cantor di Valchiusa
luminosa dei santi ideali
dell'arte della patria della fede
dei perenni sorrisi
dell'isola bella.
Vittoria Colonna, vissuta dal 1490 al 1547, è stata una poetessa e nobildonna, fautrice della poesia petrarchista femminile (il cantore di Valchiusa del testo della lapide, infatti, è Francesco Petrarca). La famiglia Colonna suggellò all'epoca l'allenza con la famiglia D'Avalos attraverso il matrimonio tra Vittoria e Fernando Francesco, che fu celebrato a Ischia, nel Castello Aragonese, nel 1509. Si stabilirono sull'isola per un periodo. La poetessa era in contatto epistolare con i maggiori artisti del tempo, come Michelangelo Buonarroti e Galeazzo di Tarsia, tra gli altri. Ludovico Ariosto la menziona nell'Orlando Furioso, elogiando la grazia dei versi dedicati al marito e la sua fedeltà. Michelangelo nel 1540 le regalò un piccolo quadro, la Crocifissione. Alla morte di Vittoria, modificò l'opera con la figura della poetessa in veste di Maddalena. Racconti leggendari vogliono che Michelangelo sia stato a Ischia e abbia soggiornato nella Torre di Guevara.
Il piccolo campanile del cosiddetto eremo di San Girolamo si trova in un arco presente sul portone d'ingresso, sopra il quale campeggia una croce di metallo con l'iscrizione Venite Adoremus. A lato c'è un'aiuola, dove sono commemorati i caduti in guerra dell'isola d'Ischia e, su un libro aperto in ceramica, le quattro vittime della tragica frana di Monte Vezzi del 2006. Sull'altra pagina viene riportata una frase di Madre Teresa: "Non tutti noi possiamo fare grandi cose, ma possiamo fare piccole cose con grande Amore".
All'interno, la navata unica è coperta da una volta a botte e conduce rapidamente, a causa delle esigue dimensioni della chiesa, all'abside con l'altare, dietro il quale c'è un dipinto con la Madonna della Pace; sotto il quadro, un tabernacolo dorato. La cupola, internamente, è magnificamente decorata da un mosaico, e all'estremità superiore diventa lucernario, dal quale i raggi solari ne illuminano le tessere colorate.
San Girolamo, a cui in origine venne dedicata la cappella, fu un biblista, teologo e monaco cristiano romano. A lui si deve la traduzione in latino della Bibbia, sia di una parte dell'Antico Testamento greco che dell'intera Scrittura ebraica. Grande studioso dell'antichità, oltre che santo protettore dei traduttori, è il patrono degli archeologi.
La chiesa è stata raffigurata in diverse creazioni artistiche, come nell'incisione dell'artista tedesco Jakob Philipp Hackert, che a fine '700 fu pittore di corte del re Ferdinando IV di Napoli, e in altri dipinti di pittori ottocenteschi.
Gli orari delle messe e di apertura variano durante il corso dell'anno e sono i seguenti:
Twitter: @prontoischia