A luglio 2012 l’Arciconfraternita di Santa Maria di Loreto ha inaugurato a Forio un museo dove è esposto gran parte del patrimonio artistico-liturgico accumulato presso l’omonima basilica in sette secoli di attività religiosa.
I locali che ospitano quest’importante raccolta di opere d'arte sacra si trovano al termine di una caratteristica scala in pietra di fianco all’ingresso laterale della Basilica, in quello che per secoli è stato l’ospedale dell’Arciconfraternita e, dal 1954 al 1962, un importante presidio medico-chirurgico rimasto in funzione fino all’apertura dell’ospedale Anna Rizzoli di Lacco Ameno. All’interno vi sono sei sale dove il visitatore ha la possibilità di ammirare quadri, sculture, manoscritti, stoli, manipole, borse che vanno all’incirca dal XIV al XIX secolo.
Favoloso!
L’iniziativa ha indubbiamente un importante valore culturale, teso, non solo a far conoscere la secolare attività della congregazione, ma anche ad approfondire storia e costumi di una comunità,
Forio (anche se il discorso può tranquillamente essere esteso all’intera isola d’Ischia) inestricabilmente legata ai valori conciliari (Concilio di Trento) della Chiesa controriformata.
Se infatti i Procuratori della confraternita di Santa Maria di Loreto - il cui culto pare giunse a Forio tramite alcuni pescatori marchigiani attorno al 1300 - non avessero chiesto a Papa Sisto V, nel 1585, di concedere ai pescatori il privilegio di esercitare l'attività nei giorni festivi, oggi probabilmente non avremmo potuto godere di queste testimonianze. Quella richiesta formale, poi esaudita 5 anni dopo da Papa Gregorio XIV, prevedeva in cambio l’impegno a devolvere la quarta parte del pescato a favore della locale Basilica, consentendo, almeno in minima parte, il mantenimento della Chiesa e dell’antico Ospedale.
Per il resto, erano le donazioni del popolo come forma di riconoscenza delle cure ricevute che consentivano all’importante presidio ospedaliero di continuare a operare. Pare vi si rivolgessero, oltre naturalmente agli strati meno abbienti della popolazione dell’epoca, anche molti forestieri, quasi sempre marinai liguri che lambivano le coste dell’isola per acquistare il pregiato vino locale. È visibile un registro antichissimo in cui sono certosinamente annotate tutte le donazioni elargite, coll’impegno da parte della confraternita di provvedere in proprio alle spese di sepoltura e degno saluto di quanti non fossero stati in grado di farlo autonomamente.
Molto belli anche i quadri esposti, tra cui uno, l’Ultima visione di San Giovanni Apostolo, del pittore foriano del ‘600
Cesare Calise, e ben tre tele dell’altro artista locale Alfonso di Spigna, realizzate attorno al 1750. Insomma una bella realtà nel cuore di Forio, appena sopra la bellissima Basilica di Santa Maria di Loreto, che merita senz’altro di essere visitata e valorizzata e che aggiunge ulteriore fascino a un territorio che di per sè è già un museo a cielo aperto.
Il Museo di Santa Maria di Loreto è generalmente aperto la domenica, e durante le festività natalizie e pasquali anche gli altri giorni. L'orario è dalle 09:30 alle 12:30 e dalle 16:30 alle 19:30. Il costo del biglietto è 2 euro. Per maggiori informazioni è consultabile la
pagina facebook del museo.
Twitter: @prontoischia